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O - Z | |||||||||
Emerald City | |||||||||
produzione Fanny & Alexander e Santarcangelo Festival 2008 ideazione Chiara Lagani e Luigi de Angelis con Marco Cavalcoli Babele di voci per le confessioni dell'umanità al mago: interpreti Aftab Ahmed (pakistano), Anonimo (cinese), Juan Carlos Barbero Bernal
(spagnolo), Joanna Grace Barbosa (filippino), Verónica Fiorillo Beltrán (spagnolo), Panajotis Nicola Budrojannis (greco), Christopher Garwood
(inglese), Titilope Hassan (yoruba, dialetto nigeriano), Jarmo Jantunen (finlandese), Aicha Kaous (marocchino), Katsiaryna Khila (russo),
Mihaela Cornelia Nemes (rumeno), Dagmar Roberts (slovacco), Eva Wiesmann (tedesco), Marie-Line Zucchiatti (francese). realizzazione scenotecnica Nicola Fagnani (Opera Ovunque), Amir Sharif-pour Si ringraziano Sandro Amati, Allan Bennett, Francesco Bernabini, Rosa Maria Bollettieri Bosinelli, Francesco Fuzz Brasini, Adele Cacciagrano, Associazione Cantieri, Patrizio Cenacchi, Luigi Dadina, Paula e Leonardo de Angelis, Piersandra Di Matteo, Loretta Federici, Isabel Fernández García, Vic Ildefonso, Tahar Lamri, Paula Loikala, Alberto Marchesani, Franco Masotti, Giorgio Minestrini, Elena Morandi, Gisberto Morselli, Marino Pedroni, Rodolfo Sacchettini, Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell'Università di Bologna - Sede di Forlì, Paolo Trioschi e tutti i ragazzi dei laboratori Oz-Alfavita. Un grazie speciale a Fiorenza Menni e Davide Sacco. I testi delle confessioni e delle interviste sono stati composti con il contributo diretto degli interessati: si tratta di materiali biografici
variamente contaminati con altri letterari o cronachistici. |
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TUTTI HIM
EMERALD CITY è la città miraggio, un'utopia, la capitale smeraldo di quel regno inventato e inesistente che l'artista si trova a gestire una volta che un viaggiatore qualunque varchi la soglia del suo mondo irto e attraente. IL MAGO DI OZ assume qui ancora, dopo le passate avventure di “Dorothy. Sconcerto per Oz” e di “Kansas”, le sembianze di un'opera d'arte contemporanea, effigie del dittatore-attore: “Him”. E così, nei panni di quest'opera, il Mago resta in ascolto della mutevole voce dell'umanità, inginocchiato nel suo studio-laboratorio privato. Dietro di lui è una parete composta da altoparlanti, coni di varia misura e forma da cui escono parole di uomini e donne: le confessioni-preghiere di tutto il mondo rivolte a Lui. Chi chiede un cuore, chi un cervello, chi il coraggio: una babelica sinfonia umana. LA CONFESSIONE è una forma di esercizio sull'impotenza delle parole di fronte alla complessità del pensiero. Essa si nutre del sentimento dell'inconfessabile: ciò che non si può proferire o raccontare se non attraversando in maniera empirica un concreto mistero personale. È la sola forma linguistica che a Emerald City assumono le richieste sconsolate dell'umanità. Oz ha deciso di rispondere a tutte le confessioni umane con un'unica definitiva confessione, la sua: universale, televisiva, composta in una lingua mimetica che ha a lungo studiato... LA MIMYCRY O LINGUA NONVERBALE DELLA MIMICA FACCIALE che a poco a poco si compone sul suo volto è il riflesso condizionato di tutte le voci umane, miste eppur discrete; suoni di cuori cervelli e fegati di cui Oz si è a lungo avvelenato e nutrito... Trattasi di un alfabeto muscolare o grammatica dei gesti con cui il Mago riconverte i desideri fondamentali dell'umanità risolvendoli nella rivelazione segreta della sua arte: chiunque intenderà questa lingua ne trarrà immediato profitto... |
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